Quel tale era un poveraccio. Chi lo aveva fatto a pezzi non aveva interesse a derubarlo, però gli aveva svuotato le tasche. Le possibilità erano due: o non voleva che lo identificassimo, o stava cercando qualcosa in particolare. La vittima doveva essersi cacciata in qualche brutta storia...
Barcellona, anni Novanta. All'ispettore Petra Delicado e al suo collega Fermin Garzon viene affidato il caso di un'aggressione notturna in strada, probabilmente una rissa tra ubriachi. Cercando di ricostruire identità e attività della vittima, guidati dal fiuto sorprendente del suo cane, i due poliziotti si troveranno a dover dirimere un'intricata vicenda di furti e scommesse clandestine...
In Giorno da cani, il secondo romanzo dedicato alla coppia investigativa Delicado-Garzon, Alicia Giménez-Bartlett conduce il lettore nel variegato mondo dei cosiddetti "migliori amici dell'uomo", tra animalisti appassionati, come l'elegante libraia Angela, addestratori di professione, come l'appariscente e giovanile Valentina, affascinanti veterinari, allevatori specializzati e sfruttatori senza scrupoli. Un giallo promettente e intrigante, che sbiadisce solo un po' nel finale, con una soluzione piuttosto convenzionale.
Rispetto al precedente Riti di morte, l'intreccio narrativo e la dinamica tra i due personaggi principali funzionano complessivamente meglio: i rapporti tra Petra e Fermin, la loro amicizia e il rispetto e la lealtà reciproci, sono ormai consolidati e possono essere messi in scena nella loro quotidianità, senza il bisogno di appositi excursus. Al giallo, poi, si affianca e mescola il racconto delle loro avventure e/o traversie sentimentali, molto più interessanti e vivaci rispetto allo stereotipato ricordo degli ex che contraddistingueva il primo romanzo.
A differenza di molti frequentatori e lettori appassionati dei romanzi della Giménez-Bartlett, non riesco a trovare particolarmente avvincente Petra, la protagonista: la sua personalità complessa, un mix un po' forzato di carattere, perspicacia, sensibilità, spregiudicatezza e debolezze, mi suscita una simpatia molto molto tiepida. Così come l'ossimoro insito nel suo nome, presagio della sua indole, del suo modo di essere e di condurre le proprie indagini e la propria vita privata, mi sembra una scelta facile e un po' scontata da parte dell'autrice.
Ciò non significa che non apprezzi o che sconsigli i romanzi della serie a lei dedicata. Al contrario: Giorno da cani non sarà un capolavoro, ma si rivela una lettura ottima per il tempo libero, scorrevole, intrigante e gradevole al punto giusto.
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